La musica classica, quella lirica in particolare, non è propriamente la più nazionalpopolare di questo pianeta…
Se tuttavia c’è un paese dove, per storia e tradizione, ci si può aspettare una sua maggiore diffusione, questo è senza dubbio l’Italia.
Ecco dunque alcuni semplici pezzi da studiare per chi vuole avvicinarsi a questo fantastico mondo, o per chi ne è già all’interno e deve magari preparare un esame d’ammissione in conservatorio.
Tommaso Giordani – Caro mio ben
Un classico. Il classico dei classici, forse.
Praticamente ogni studente di canto si è cimentato almeno una volta in questo pezzo, anche perchè non è difficile trovare delle trascrizioni in Do maggiore per le voci più basse (l’originale è in Mi bemolle), rendendolo adatto quasi a chiunque.
Un pezzo dolce, struggente, che non presenta particolari virtuosismi, ma richiede comunque un perfetto controllo dello strumento vocale se gli si vuole dare quel qualcosa in più capace di far venire la pelle d’oca.
Qualora non lo conosceste, vergognatevi e correte ad ascoltare Cecilia Bartoli cantarlo. Dopodichè, fate pratica con la versione karaoke sottostante:
Handel – Lascia ch’io pianga
Se il precedente “Caro mio ben” è stato di vostro gradimento, ho buone notizie per voi: lo sarà anche questo.
Leggerezza e delicatezza sono la chiave per cantare – e interpretare – una delle arie di Handel più famose ed apprezzate, oggi come nel 1600… eh già, perchè potrebbe capitarvi di imbattervi nella stessa melodia, ma con testo diverso, diverse volte: lo stesso compositore infatti la usò in altre occasioni, ad esempio nell’aria Lascia la spina cogli la rosa, per quanto grande fu il successo di questo dolce tema.
Anche in questo caso, qualora non la conosceste, fate ammenda e correte a rimediare. Dopodichè, datevi pure al karaoke:
PS: l’originale è in Fa maggiore, ma non fatevi problemi a cantarla un paio di toni sotto… renderà comunque bene!
Mozart – Vedrai Carino
Cambiamo ora stile (e secolo) per passare ad una simpatica aria per soprano tratta dal Don Giovanni di Mozart.
A cantare è Zerlina, che con malizia spiega al suo Masetto quale “rimedio” ha in serbo per lui per consolarlo degli affronti, sia psicologici che fisici, subiti per mano del Don Giovanni.
A differenza dei due pezzi precedenti, trovo difficile immaginare una voce maschile cantare quest’aria.
Mozart – O Isis und Osiris
Per par condicio, un’aria decisamente per uomini veri. O bassi profondi che dir si voglia.
O Isis und Osiris è una vera e propria bandiera per coloro che sono dotati di un timbro scuro, ed hanno un’estensione vocale capace di portarli agevolmente al Fa grave.
La nota più alta è il Do, quindi non ci dovrebbero essere particolari problemi per quanto riguarda gli acuti… tuttavia, produrre un suono così pieno e corposo da avvolgere l’ascoltatore richiede anni e anni di studio. Insomma, sarà facile leggere le note, ma padroneggiare quest’aria richiederà un po’ più di tempo.
Se non la conoscete, questa versione di Kurt Moll saprà rendergli giustizia.
Scarlatti – Già il sole dal Gange
Chiudiamo con un altro evergreen barocco: “Già il sole dal Gange” di Alessandro Scarlatti.
Si tratta di un allegro e brioso pezzo che, da (centinaia di) anni, rappresenta una tappa obbligata per i tenori di tutto il mondo. Tuttavia, l’aria si presta senza problemi ad essere cantata anche da voci femminili, e magari abbassando di 1-2 toni, anche quelle più scure potranno dire la loro a riguardo.
Vi lasciamo con questa registrazione del grandissimo Pavarotti, con cui è davvero un piacere chiudere questo breve (ma intenso, si spera) articolo: